Vai al contenuto principale

Consigli sui musei da visitare

Pubblicato: 19.12.2024

In fatto di musei, Berna ha l’imbarazzo della scelta: mostre speciali di fama internazionale, collezioni private, eventi interattivi e molto altro ancora. Di seguito una panoramica di tutto ciò che offre la capitale federale in fatto di musei.

loader

Museo della comunicazione

In questo museo non ci si imbatte mai in pannelli con la scritta «Si prega di non toccare». Qui infatti al pubblico è permesso, anzi viene addirittura richiesto, partecipare e toccare con mano tutto ciò che viene messo a disposizione! «Fare comunicazione in modo innovativo ed interattivo» è questo il motto dell’istituzione! Non a caso nel 2019 è stata elettaa «Museo dell’anno» dal Consiglio d’Europa.

Lo sapevate che…?

«Si gira. Silenzio per favore, aaaa…zione!» Quando i visitatori si trovano nella postazione «Filmkaraoke» e recitano una scena del «Signore degli anelli» sembra quasi di essere in uno studio cinematografico. Giovani e meno giovani stanno subito al gioco e grazie a questa esperienza possono sperimentare il classico panico da palcoscenico, trasformandosi per un attimo in star del cinema.

Dance! Al Museo della comunicazione

«Dale a tu cuerpo alegría Macarena. Heeeey Macarena». Pochi sanno che questa canzone è del gruppo Los del Rio, ma la maggior parte conosce i passi di danza. Il ballo unisce e trasmette gioia. Benché le tradizioni siano diverse da un paese all’altro, una cultura senza danza è inimmaginabile. Dall’8 novembre, la nuova mostra «Dance!» al Museo della comunicazione è dedicata proprio a questo fenomeno: il potere speciale del movimento ritmico, il legame tra danza e culture (giovanili) e l’imbarazzo o il fastidio che si può provare osservando alcuni balli. Dal classico valzer viennese alle moderne tendenze su Tiktok: una visita a “Dance!” immerge i visitatori nell’universo di uno dei più bei passatempi dell’umanità.


Museo di storia di Berna

Sì è proprio un castello quello che si erge sulla Helvetiaplatz! L’imponente edificio con le torrette ornate non ospita però né principi né principesse, ma uno dei più importanti musei di storia e cultura della Svizzera. Oltre ad esposizioni permanenti, ne organizza anche di temporanee dedicate a temi storici ancora d’attualità.

Lo sapevate che…?

Al terzo piano del museo troneggia la torre Belvedere da cui si gode un panorama mozzafiato. Lo sguardo spazia dalle cime delle Alpi innevate a sud-est verso il Giardino delle Rose, la Cattedrale di Berna fino a Palazzo federale. Ma niente paura! A differenza di Raperonzolo, non rimarrete bloccati all’interno della torre, ma potrete lasciarla scendendo dalla scala a chiocciola.

E poi arrivò l’era del bronzo!

Oggi i viaggi nello spazio e l’intelligenza artificiale sono considerati progressi tecnologici, ma cinquemila anni fa l’invenzione del bronzo rivoluzionò letteralmente la vita dell’uomo. L’attuale mostra speciale del Museo Storico di Berna riporta i visitatori in un’epoca in cui, grazie alla rivoluzionaria miscela di rame e stagno, fu possibile produrre in serie, per la prima volta, utensili e armi efficaci. Questa scoperta portò ricchezza, potere e guerre, anche in terra bernese. La «mano di bronzo di Prêles» è visibile in esclusiva nella mostra. Questo sensazionale ritrovamento pone il Seeland bernese al pari delle avanzate civiltà di Babilonia, Creta e Troia.


Museo di Einstein

Il museo, unico nel suo genere, fa parte del Museo di storia di Berna e possiede una delle più grandi collezioni al mondo dedicata ad Albert Einstein. Quest’ultimo trascorse sette anni della sua vita nella capitale federale, realizzando quella che tutti ormai conoscono con il nome di teoria della relatività. La mostra permette ai visitatori di conoscere meglio questo personaggio, genio della fisica, marito e padre e colloca in modo avvincente la sua vita e le sue scoperte nel contesto della storia mondiale.

Lo sapevate che…?

Una foto in particolare merita di essere osservata più attentamente: la grande immagine scattata nel 1890 appesa alla parete, in cui è ritratta la classe scolastica del piccolo Albert, che all’epoca viveva a Monaco. Come era consuetudine a quei tempi, tutti gli allievi rivolgono uno sguardo serio all’obbiettivo. Solo uno di loro sorride: il giovane Einstein. Presumibilmente, stando alla sua espressione «birichina», il genio amava già da piccolo sfidare l’autorità…


Centro Paul Klee

L’edificio di Renzo Piano merita già da solo una visita. Ma la straordinaria architettura non è l’unica cosa che si può ammirare al Centro Paul Klee! La struttura infatti ospita la collezione più importante al mondo dell’omonimo artista, collezione che viene presentata al pubblico in mostre itineranti. Il museo Creaviva offre invece ai piccoli visitatori il loro primo accesso all’arte, grazie ad esposizioni interattive.

Lo sapevate che…?

Dietro al Centro Paul Klee, sotto il terzo arco dell’edificio di Renzo Piano, si trova una colorata installazione della coppia di artisti svizzeri Sabina Lang e Daniel Baumann, che può e deve essere visitata e utilizzata. Non è richiesto un biglietto d’entrata. In questo luogo ci si può muovere liberamente, leggere, ascoltare, arrampicarsi, soffermarsi, chiacchierare o semplicemente scoprire l’installazione al suo interno o all’esterno.

Brasil! Brasil! L’alba della modernità

Brasile è sinonimo di carnevale, Copacabana e Samba. Colori vivaci e feste scatenate. La leggerezza dell’essere. Nell’ambito della mostra «Brasil! Brasil! L’alba della modernità», la storia dell’arte brasiliana viene presentata attraverso dieci artisti del XX secolo che hanno cercato una propria espressione artistica moderna. Diverse di queste opere hanno segnato la storia del Brasile e vantano una notevole importanza. Si citino ad esempio «Guerra e Paz» di Candido Portinari esposta nel quartier generale delle Nazioni Unite. Brasil! Brasil! Un viaggio alla scoperta dell’arte moderna brasiliana.


Museo d’arte di Berna

Il Museo d’arte di Berna è noto per le opere che espone: da Picasso a Hodler a Oppenheim, ed è anche uno dei più antichi musei d’arte della Svizzera. Tra opere classiche e mostre speciali, gli appassionati di arte vi trovano sempre pane per i loro denti.

Lo sapevate che…?

Adolf Wölfli (1864-1930) probabilmente non avrebbe mai immaginato che un giorno i suoi disegni sarebbero stati appesi in un museo. Ebbe un’infanzia difficile, da bambini fu infatti mandato a servizio come garzone nell’Emmental, e in seguito fu internato nella clinica psichiatrica di Waldau con una diagnosi di schizofrenia. Nella sua cella, riempì migliaia di fogli con immagini, disegni, parole e note musicali, creando il suo universo. Oggi, i suoi disegni e collage sono collezionati ed esposti in tutto il mondo e costituiscono la perla del Museo d’arte di Berna. Le sue opere sono curate dalla Fondazione Adolf Wölfli e vengono esposte tutto l’anno in mostre collettive itineranti.

Amy Sillman. Oh, Clock!

Fino al 2 febbraio 2025, gli amanti dell’arte potranno ammirare le opere eclettiche dell’artista statunitense Amy Sillman. Nell’ambito dell’esposizione straordinaria «Oh, Clock!», saranno esposti gruppi selezionati di opere degli ultimi vent’anni della Sillman. Voce importante della pittura contemporanea americana, nel suo processo creativo, l’artista non utilizza solo colori e pennelli, bensì disegna, stampa, scrive e produce oggetti e animazioni. Allo stesso tempo, le creazioni della Sillman vengono affiancate alla collezione del Kunstmuseum, in un dialogo curato personalmente dall’artista. Dopo l’acclamato contributo espositivo alla Biennale di Venezia del 2022, questa esposizione straordinaria rappresenta la più grande mostra personale istituzionale della pittrice in Europa.


Alps

Il Alps ( Museo Alpino della Svizzera) si concentra sulle montagne in tutte le loro sfaccettature. Oltre a presentare una collezione storica, vengono anche affrontati temi d’attualità relativi ai cambiamenti climatici, al turismo, all’identità, alla mobilità e all’evoluzione degli spazi. I visitatori sono incoraggiati a partecipare attivamente.

Lo sapevate che…?

Questo museo è un luogo pratico: 1’500 kg di legno aspettano di essere trasformati in tegole. I visitatori sono chiamati a rimboccarsi le maniche e dare una mano a ricoprire il tetto del museo secondo le secolari usanze alpine e dei rifugi.

Groenlandia. Tutto sta cambiando

Isola collocata all’estremo nord, con tanta neve, temperature polari, abitata dagli Inuit. Questo è quello che la maggior parte delle persone conosce della Groenlandia. Spesso si dimentica tuttavia che questa regione autonoma della Danimarca sta lottando contro i cambiamenti globali e le relative conseguenze. Aumento delle temperature, scioglimento degli iceberg e incremento dei turisti modificano lo stile di vita di un intero gruppo di popolazione. La mostra cinematografica all’ALPS affronta dilemmi e contraddizioni e mostra le diverse sfaccettature della Groenlandia in modo suggestivo. Il tutto senza dover salire a bordo di un aereo, indossando stivali e piumino!


Museo di Storia naturale di Berna

L’elefante d’oro sul tetto del Museo di storia naturale di Berna è inconfondibile e in città (quasi) ogni bambino lo conosce. Tassidermia di animali nativi e africani, un’impressionante collezione di cristalli giganti e uno scheletro di balena gigante… L’ampia offerta di mostre ospitate dal Museo di Storia naturale ha già trasformato molti giorni di pioggia nella capitale in piccole straordinarie avventure.

Lo sapevate che…?

Barry, il leggendario San Bernardo, è probabilmente l’esemplare più famoso presente nel museo. Il fedele cane di salvataggio visse oltre 200 anni fa nell’ospizio sul Gran San Bernardo a quasi 2’500 metri di quota. All’epoca, attraversare il passo rappresentava sia in inverno che in estate un grande pericolo. Innumerevoli persone rimasero sepolte sotto la coltre bianca o si perdevano nelle tempeste di neve. Fortunatamente c’era Barryì! Il suo aiuto fu fondamentale nelle operazioni di salvataggio e si dice abbia salvato la vita a circa 40 persone. È diventato una leggenda e per le sue gesta eroiche, nel 2014 gli è stata dedicata una mostra permanente, con teca d’oro inclusa.

Moria di insetti: andrà tutto bene

Già nel 1983, lo scrittore e cantautore svizzero Franz Hohler aveva previsto nella sua canzone «Der Weltuntergang» (la fine del mondo) che la scomparsa di un coleottero nel Pacifico meridionale avrebbe potuto portare all’apocalisse. Anche l’attuale mostra speciale del Museo di storia naturale riprende il tema dell’estinzione globale degli insetti, presentandolo però da una prospettiva più futuristica e ottimistica. I visitatori sono catapultati nell’anno 2053, scoprendo come sia possibile creare un futuro senza grandi catastrofi. Nella mostra speciale, gli organizzatori si concentrano infatti sulle soluzioni e presentano persone ricche d’ispirazione. Ascoltando diventa chiaro che… potrebbe davvero andare tutto bene!


Kunsthalle di Berna

La storia dell’arte è stata scritta proprio qui, alla Kunsthalle. Sotto l’egida del leggendario direttore Harald Szeemann, la Kunsthalle guadagnò fama internazionale quando diventò il primo edificio ad essere avvolto dall’artista imballatore Christo. La Kunsthalle continua ad essere una piattaforma importante per l’arte contemporanea ed è un luogo molto apprezzato dagli appassionati del settore.

Lo sapevate che…?

Originariamente, il bar «Module #5» – situato accanto all’edificio principale – era un regalo temporaneo per il 100° anniversario della Kunsthalle. Gli abitanti di Berna tuttavia hanno preso molto a cuore l’edificio realizzato dalla coppia di artisti svizzeri Lang/Baumann che, oltre ad una romantica vista sulla città vecchia di Berna offre anche delle invitanti bevande, e hanno deciso di prolungarne l’esistenza almeno fino 2021. Nei mesi più caldi dell’anno (da maggio a ottobre circa), gli abitanti della città amano incontrarsi qui per un aperitivo.

Concetto innovativo per la Kunsthalle di Berna

Con il suo team, la nuova direttrice della struttura, iLiana Fokianaki, apre nuovi orizzonti. Secondo la sua filosofia, un’istituzione va oltre l’immobile che la rappresenta, bensì possiede diverse superfici vitali che come delle sorte di tentacoli celano parecchio potenziale. Un esempio è il giardino dietro l’edificio storico che in un prossimo futuro ospiterà espressioni artistiche all’aperto e diverse iniziative di grande interesse, ispirandosi al concetto della permacultura. Che succede se un’istituzione culturale decide di seguire il principio di stabilità, sviluppo, cura e assenza di sprechi? Con il programma «Back to the Future», inaugurato con l’esposizione «Lofty Dryness, una scultura in crescita 2003–2024», si è voluto approfondire la questione. Con fermentazioni, schizzi e analisi di George Steinmann, l’esposizione vive e cresce. A novembre si vorrebbe riempire un intero salone con i quaderni e le opere di Steinmann. Ma il bello è che chi compra il biglietto può tornare in qualsiasi momento e seguire l’evoluzione della mostra.

Con la festa d’estate del 23 agosto 2024, i diversi programmi saranno accompagnati da cibo e bevande. Verrà inoltre aperto lo shop della Kunsthalle in modo che i visitatori, oltre ad ammirare e studiare le varie opere, le possano anche acquistare direttamente.


Casa di Einstein

Durante il periodo trascorso a Berna, Albert Einstein sviluppò una delle teorie più importanti e più conosciute nella storia della fisica: la teoria della relatività. Oggi, la presenza dello scienziato è ancora viva in tutta la città, in particolar modo nella casa in cui visse e che si trova nella Kramgasse 49. 

Lo sapevate che…?

All’epoca in cui Einstein visse a Berna, non era un rinomato professore di università bensì svolgeva un lavoro estremamente noioso e mal pagato all’Ufficio federale dei brevetti. Il suo compito era quello di controllarne la funzionalità. Lui stesso si definiva un «passacarte di terza categoria». Ma questo lavoro gli permetteva di ricevere un reddito mensile sicuro, grazie al quale riuscì a portare a Berna la fidanzata Mileva Maric e a sposarla.


Museo Franz Gertsch

Una collezione così completa è probabilmente una cosa esclusiva per gli artisti di spicco. Le opere sono esposte principalmente in mostre temporanee di arte contemporanea svizzera e internazionale, che dialogano con i dipinti e le xilografie, per lo più di grande formato, dell'artista svizzero Franz Gertsch. L’accento è posto in particolare sulla pittura contemporanea figurativa, sulle stampe e sui disegni.

Lo sapevate che…?

… per Franz Gertsch, la realtà non ha rappresentato unicamente una sfida pittorica, ma anche concettuale? Pur partendo da fotografie o proiezioni di diapositive, le immagini seguono una propria logica, mirando a una coerenza assoluta di tutti gli elementi. Le xilografie occupano un posto speciale nell'opera di Gertsch. Con una precisione finora sconosciuta e in formati monumentali, che raggiungono i limiti di ciò che è possibile fare con la sola produzione di carta, grazie a questo strumento tradizionale l’artista bernese ha aperto nuove dimensioni.

Louisiana Visits Franz Gertsch. Post-War and Contemporary Art in Dialogue

Le opere di artisti americani d’eccezione come Andy Warhol, Roy Lichtenstein e Mark Rothko o il pittore tedesco Gerhard Richter si danno la mano e vanno ad occupare gli stessi spazi espositivi pregni dell’arte dello svizzero Franz Gertsch! Tutto è possibile a Burgdorf! Fino al 2 marzo 2025, al Museo Franz Gertsch si possono ammirare 73 opere di spicco di 31 artisti internazionali. I dipinti, le opere su carta, le stampe e le fotografie provengono principalmente dalla collezione del Louisiana Museum of Modern Art in Danimarca. Sono inoltre presentate numerose opere di Gertsch finora mai o raramente esposte in quel di Burgdorf. Questa mostra esclusiva rappresenta una sorta di pot-pourri di opere e di stili accuratamente selezionati nonché una tappa obbligata per gli appassionati d’arte.


Kunsthaus di Langenthal

La Kunsthaus di Langenthal espone arte contemporanea con particolare attenzione all’arte contemporanea svizzera. Durante le mostre collettive vengono affrontati temi di attualità ponendo ripetutamente l’accento su un'ampia varietà di argomenti. Che si tratti di performance, arte per famiglie o visite letterarie, la Kunsthaus di Langenthal è un luogo imperdibile per gli appassionati di arte e cultura.

Lo sapevate che…?

L’edificio che ospita le opere d’arte ha una lunga storia alle spalle. Dal 1790 al 1808, l’immobile di epoca tardo-barocca con i suoi quattro storici orologi fu costruito da Joseph Putschert. Nota per le sue abilità nel campo edilizio, la famiglia Putschert fu attiva nel XVIII fino all’inizio del XIX secolo.


Museo Vreneli

Una delle più famose canzoni popolari svizzere rivive nel Museo Vreneli. La tragica storia d'amore di Vreneli e Simes Hans-Joggeli può essere ripercorsa nelle stanze della casa storica. Arricchito da manufatti tradizionali e amorevolmente conservati, il visitatore viaggia indietro nel tempo fino al XVIII secolo.

Lo sapevate che…?

Il Museo Vreneli ospita una famiglia completa per sette persone. Chiunque si aggiri per le stanze si stupisce di come una famiglia così numerosa potesse vivere in condizioni così anguste. È esposto anche il letto dei genitori. È minuscolo, perché in passato non ci si sdraiava completamente a letto. Questo era possibile solo in una bara.


Museo del Castello di Laupen

«Senza Laupen Berna non esisterebbe!». Questa cittadina infatti ha svolto un ruolo importante nella formazione dell’odierna città federale. Il castello millenario conserva ancora le tracce della famosa guerra di Laupen. La suggestiva mostra offre uno spaccato della vita di allora e racconta l’emozionante storia degli undici giorni di assedio nel XIV secolo fino ai giorni nostri.

Lo sapevate che…?

Il museo ospita anche la Käfigturm (Torre delle Prigioni) e nei suoi sotterranei viene raccontata la triste storia di Barbara Weber, allora nota come «l’assassina dei bambini», che fu rinchiusa in una delle celle che si possono visitare ancora oggi.

Le visite guidate pubbliche al Castello di Laupen sono limitate. Quindi segnate subito in agenda la prossima data.

Le visite guidate sono offerte solo in tedesco.